Molto spesso si sente parlare di variazione catastale, ma di cosa si tratta realmente?
È una procedura ufficiale, attraverso la quale si informa l’Agenzia delle Entrate di una modifica effettuata all’interno del proprio appartamento, che apporta delle modifiche alla piantina del catasto. Dato che esistono diverse procedure burocratiche da seguire, è bene conoscerle con esattezza e precisione. Non si tratta di operazioni complesse, ma di cui avere un’idea almeno in linea generale. Sono infatti regole che possono essere utili per qualsiasi possessore di immobili, così come futuri acquirenti. Vediamo nel dettaglio in che consiste la variazione catastale, come funziona Roma e a chi rivolgersi.
Variazione catastale: cos’è e quando deve essere effettuata
Per comprendere meglio cosa sia la variazione catastale Roma, bisogna introdurre il concetto di planimetria catastale, quel disegno tecnico che riporta la suddivisione dei locali interni e i dati metrici. Va aggiornata in una serie di casi (qualora risulti mancante, per frazionamenti o accorpamenti, cambio di destinazione d’uso e modifica della toponomastica), spiegati approfonditamente in seguito.
Si tratta di un procedimento divenuto obbligatorio dal 2010 per monitorare lo stato degli immobili, soprattutto dopo aver effettuato dei cambiamenti interni. Lo scopo è quello di garantire una corrispondenza tra l’immobile e il documento, che deve essere modificato qualora si verifichino variazioni. Questo è fondamentale sia per ragioni finanziarie, legate alla valutazione e alla rendita dell’immobile, sia per garantire una forma di controllo atta a verificare la conformità e la divisione interna. Inoltre, è uno strumento necessario per poter vendere l’immobile: se si effettuano delle modifiche nell’immobile, ma non viene notificato è vietato, per legge, effettuare operazioni di compravendita. Fatte queste premesse, si approfondirà l’argomento nel dettaglio, con un focus sulle variazioni catastali nella città di Roma.
La variazione catastale nella capitale: come funziona a Roma
La variazione catastale, come già anticipato, è uno strumento del quale dotarsi obbligatoriamente nel caso in cui si abbia a che fare con un nuovo accatastamento. Ecco i casi in cui è necessario ricorrervi:
- nei casi in cui risulti mancante o non rasterizzata. Oggi siamo abituati ad archiviare grandi quantità di dati telematici e l’accumulazione di schede cartacee non sembra più essere un problema. Tempo fa, però, la classificazione aveva diverse problematiche e, non di rado, venivano smarrite le planimetrie (soprattutto a Roma la sede è stata trasferita più volte ;
- frazionamento o accorpamento dell’unità immobiliare. Il primo caso citato avviene quando si decide di suddividerla in uno o più vani, anche per trasferimento di diritti. Invece per accorpamento si intende la fusione di due appartamenti confinanti in un unico. A Roma bisogna effettuare la Cila (comunicazione inizio lavori) e attenersi al piano regolatore della città, che indica le operazioni consentite e vietate. La capitale costituisce un caso particolare, peché è luogo storico e questa azione si può effettuare solo per il ripristino di una situazione pregressa;
- demolizione dell’unità immobiliare, totale o parziale. Si prende in considerazione il fatto in cui venga demolito in parte o del tutto un immobile. Ciò comporta una modifica dell’assetto precedentemente esistente, ed è fondamentale notificarlo per la variazione catastale;
- cambio di destinazione d’uso. Ciò accade quando si vuole mutare l’utilizzo di un immobile, cambiando però la finalità che aveva inizialmente. Di conseguenza, muterà anche la rendita catastale, così come le quote dei relativi tributi da pagare;
- modifica della toponomastica. È il caso che si verifica con maggior frequenza. Riguarda i lavori di ristrutturazione, che potrebbero cambiare l’assetto interno della casa e il numero dei vani. Per questo, è fondamentale informare gli organi preposti.
In generale, quindi, è sempre bene rivolgersi ad un tecnico abilitato, ossia un geometra, ingegnere o architetto di Roma. Bisogna mettersi in contatto con un professionista competente, che conosca il piano regolatore della città e verifichi che non si verifichino casi di abusivismo edilizio. Si preoccuperà di effettuare le rilevazioni necessarie ed invierà, per mezzo telematico o consegna a mano, la nuova planimetria catastale. Ciò deve passare attraverso la piattaforma DOCFA, dell’Agenzia delle Entrate. Poi, una volta conclusi i lavori, si hanno a disposizione 30 giorni: questo è il termine stabilito dalla legge per la consegna della planimetria aggiornata. Il termine è rigido e va rispettato, altrimenti si rischia di incorrere in una sanzione amministrativa.
Il prezzo della variazione catastale nella capitale è costituito da una cifra fissa. Il costo può raddoppiare nel caso in cui si debbano effettuare più planimetrie, operazione che comporta la realizzazione di un nuovo disegno tecnico e altre rilevazioni.
articolo interessante
articolo ben fatto, prima di ogni variazione catastale bisogna verificare la preesistenza urbanistica e presentare la pratica edilizia necessaria sia essa cila o scia.Se i lavori sono gia terminati le rispettive pratiche edilizie a sanatoria.