Due parole che differiscono per una sola lettera e che al primo sguardo potrebbero sembrare uguali; in realtà hanno due significati differenti, nonostante rientrino entrambe nel mondo delle coperture.
Le principali differenze tra tensostrutture e tendostrutture sono due: la struttura e la normativa di utilizzo.
Differenza nella struttura
Le tensostrutture, come suggerisce anche il termine, prevede che la stabilità strutturale sia derivata da qualcosa che rimane in “tensione”.
Nello specifico si parla di cavi e tessuto. Per riconoscere una tensostruttura distinguiamo una parte tessile, che è la membrana di copertura, e dei cavi che seguono la direzione del rivestimento e che si collegano a giunti di ancoraggio e pilastri.
Grazie alla tensione esercitata da cavi e tessuto, si riesce a creare la copertura che viene definita tensostruttura, utilizzata in particolar modo per l’utilizzo di coperture nei matrimoni, battesimi, per allestire giardini e altre zone verdi.
Per questa tipologia di coperture è infatti fondamentale che l’aspetto estetico sia ben curato per adattarsi all’ambiente esterno che la circonda.
Nelle tendostrutture, invece, la parte di tessuto ha come unico scopo quello di coprire la struttura e generalmente viene utilizzato uno strato in pvc che si va ad appoggiare su travi e pilastri.
Le tendostrutture hanno in genere un uso industriale ma in alcune occasioni possono essere utilizzate anche in occasione di feste ed eventi.
Sono in genere classificate in fisse o temporanee, in base anche all’utilizzo e alla facilità di essere smontate.
Le tendostrutture temporanee sono molto più leggere e di norma vengono utilizzate come coperture a noleggio, approfittando della modularità dei componenti che risultano facili da smontare.
Le coperture fisse o chiamate anche permanenti prevedono invece una progettazione più lunga e una fase di valutazione delle caratteristiche statiche e dinamiche del luogo di installazione.
Normativa di utilizzo di tensostrutture e tendostrutture
La normativa riguardante le tensostrutture la possiamo ricondurre a quello che si trova scritto sul Glossario delle opere di edilizia libera (DM 2 marzo 2018), in base al quale la costruzione delle opere contingenti temporanee richiede solo una comunicazione di inizio lavori (CIL).
Dopo una sentenza del tribunale, però, è stato specificato, quali tensostrutture rientrano tra le opere di edilizia libera; nello specifico “le opere sono realizzabili in regime di edilizia libera se dirette a soddisfare esigenze contingenti e temporanee e ad essere rimosse entro un termine massimo di 90 giorni”.
Rientrano tra le opere a carattere temporaneo le tensostrutture Civert di facile rimozione come il gazebo e lo stand utilizzato in occasione di fiere ed eventi, aree di parcheggio provvisori e servizi igienici mobili.
Gli altri casi, ossia quelli che presentano un carattere di stabilità, necessitano del permesso di costruire.
La realizzazione di capannoni e tendostrutture industriali richiede la medesima distinzione, ossia quella di uso temporaneo o permanente.
Le strutture realizzate in cemento o in acciaio richiedono una regolare concessione edilizia da ottenere prima della messa in opera.
I capannoni mobili in telo pvc e le tendostrutture retrattili hanno una burocrazia semplificata: il Comune di residenza potrebbe ritenere sufficiente una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) da presentare presso gli uffici tecnici.<
Gli aspetti burocratici variano però da comune a comune. Il Comune si riserva un periodo di 60 giorni per accertamenti, anche se il più delle volte si può dare il via ai lavori.